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Grazie, Monica
Se dico Ferragosto, a te cosa viene in mente?
Ferragosto è una festività religiosa che in Italia è anche festa nazionale.
Decenni fa, la data fatidica trovava gli Italiani, o almeno la maggior parte, in ferie. L’esodo di massa iniziava a inizio mese con la chiusura delle grandi fabbriche del Nord e degli uffici pubblici.
Erano tempi in cui tutti andavano al mare “a mostrar le chiappe chiare”, come cantava Gabriella Ferri agli inizi degli anni Settanta. Montagna e collina erano ancora di nicchia.
Solo un decennio dopo le cose iniziavano, pian piano, a cambiare.
Oggi le città, anche a Ferragosto, non sono più surreali entità fantasma. Robe che se capitava di rientrare a casa all’improvviso dalla villeggiatura, dovevi sperare di trovare pasta e conserva in dispensa o rischiavi seriamente di non mangiare.
E tu hai abitudini familiari consolidate per Ferragosto?
La mia famiglia non ha mai organizzato ritrovi o grigliate pazzesche.
Ferragosto ci trovava al mare, sempre Adriatico, pronti a trascorrere una giornata tranquilla e senza piatti particolari che incorniciassero la solennità della festa.
Per questo ho aperto la newsletter con un sondaggio e conoscere qualcosa delle tue abitudini. Se ti va puoi lasciare un ricordo tra i commenti.
L’origine della festa: da pagana a cattolica
Il 15 agosto la Chiesa Cattolica celebra l’assunzione di Maria “assunta”, quindi accolta, in cielo. La ricorrenza fu assimilata dalla Chiesa intorno al VII secolo mentre, in precedenza, celebrava Ottaviano Augusto, primo imperatore e pronipote di Cesare.
Ferragosto deriva dal latino feriae Augusti (riposo di Augusto) e durante tutto il mese di agosto (che prende il nome proprio dall’imperatore romano) si organizzavano grandi feste in suo onore.
L’abitudine di assorbire precedenti feste pagane è stata ricorrente nella storia della Chiesa cattolica (Natale compreso, se hai voglia di leggere qui ho raccolto alcuni aneddoti).
Ferragosto in Riviera Adriatica, anni Settanta
A casa mia è sempre stata soprattutto festività religiosa.
Ricordo ancora le facce attonite dei bambini conosciuti in spiaggia quando salutandoli dicevo loro che l’indomani non ci saremmo visti dato che sarei andata a messa. Ma ero abituata a quella reazione, giacché crescere in una famiglia cattolica in una regione rossa quando la politica divideva profondamente gli animi (gli anni Settanta sono un decennio tragico segnato da attentati di matrice politica), ha sempre causato quelle che nella mia vita di bambina consideravo bizzarre anomalie.
Comunque, dopo la messa tornavamo a casa dove un pranzo robusto ma non esagerato attendeva la famiglia.
Confesso di non avere mai provato un grande trasporto per questa ricorrenza, non me ne vogliano i devoti, tanto è vero che nella mia vita adulta ho perso entrambe le abitudini, di recarmi in Chiesa e organizzare pranzi.
Per me Ferragosto è una data che segna la fine imminente dell’estate.
Da qui la mia curiosità di conoscere le tue abitudini.
Cosa rappresenta per te? Cosa fai di solito?
Poi Ottaviano Augusto ha sussurrato al mio orecchio do ut des.
Se vuoi conoscere le storie degli altri, metti sul piatto le tue.
Ho frugato nei cassetti della memoria per scegliere tra i miei pranzi di Ferragosto quelli dal sapore più buono. Da questa ricerca è nato anche un post dove ho apparecchiato una tavola con il ricordo di una estate italiana semplicemente memorabile.
Se ti piace la mia newsletter, condividerla e parlarne non è reato! ;-))
La burrata sul tetto della canonica
Cilento.
Da ragazza, ho girato in lungo e in largo l’Italia del sud con una macchina che si fermava ogni tre chilometri e una tenda minuscola.
Di quei viaggi ho amato tutto. Forse, soprattutto la sosta che per anni, sulla strada del ritorno, facevo a San Mauro Cilento, un paesino abbarbicato sopra Acciaroli.
C’era lì un sacerdote romagnolo amico di mio babbo che era felice di ospitare me e il mio ragazzo. Sopra la canonica c’era una stanza libera ma noi sistemavamo materassini e sacchi a pelo sul tetto terrazzato e dormivamo sotto un cielo splendente di stelle.
Ricordo una ospitalità generosa da parte di tutti. Al bar colazioni pagate, inviti a pranzi, merende, cene. Ho impressa nella mente come una fotografia a colori vivaci una cena di Ferragosto nell’uliveto.
Ecco, mentre mi avvicino vedo ancora le luci tra gli alberi e lunghi tavoli di legno incorniciati da bicchieri di vetro, caraffe d’acqua, fiasche di olio e di vino. Sui piatti bianchi di ceramica ci attende una insalata di pomodori e basilico fresco. Sopra i pomodori a fette c'è un pacchettino bianco e rotondo legato in cima. Una burrata. Disposti accanto ai cestini del pane, larghi piatti da portata con le burratine avvolte nella foglia di limone. I profumi e le risate si intrecciano creando una cupola amorevole sulle nostre teste.
Queste sono le sere d’estate che non dimenticherò mai.
È qui la festa? Tenda, dj e lasagne
Salento.
Alcuni decidono di restare nella grande casa che abbiamo affittato per l’estate nella campagna del Salento. In tre decidiamo di scendere a mare.
Arrivati in spiaggia, sistemiamo il nostro ridicolo ombrellone, più che altro un ombrellino, e sotto la sua ombra striminzita, una sdraio che la mia amica e io cediamo al mio ragazzo non-ancora-marito.
Lui dorme e noi siamo stese al sole godendoci il vento e il silenzio.
Hai detto silenzio? Quello che inizia come un impercettibile trambusto annuncia il cambiamento.
Sotto ai nostri occhi increduli, una catena umana composta da uomini, donne e bambini fa avanti e indietro portando oggetti di ogni tipo.
In meno di venti minuti il nostro ombrellone è sovrastato da una tenda che sembra una casa a più piani con tanto di finestre e una veranda che può ospitare comoda 50 persone.
E infatti.
Tavoli e sedute confermano che si tratta di una cosa grossa ma è l’arrivo del dj che apre la festa. La musica parte improvvisa e altissima svegliando l’uomo della sedia a sdraio. Dallo stordimento iniziale al fastidio è un attimo.
Poi succede l’imponderabile. Dalle finestre della casa tenda, esce un inconfondibile odore di lasagne. E la faccia dell’uomo si accende come l’albero di Natale l’8 dicembre. Non ho mai visto qualcuno accettare un invito tanto in fretta.
Le donne del suo ombrellone e i panini del pranzo al sacco abbandonati senza rimorso.
Amarcord.
Di romagnoli, liscio e babà
Romagna/Gatteo.
Il programma è non avere programmi. Fino a che il pressante invito di un amico diventa il nostro programma. Il bello è che abbiamo un indirizzo ma non sappiamo dove andremo e a casa di chi saremo. Sorpresa, dice il mio amico.
Io e l’uomo che finalmente mi sono decisa a sposare suoniamo un campanello senza nome. Ad aprire è lo stesso padrone di casa che, anche se non ci ha mai visti, spalanca le braccia sorridendo.
Lui è Raoul Casadei, io invece, per l’emozione, non so più chi sono. Ho passato la vita a cantare a squarciagola le sue canzoni in motorino.
Mentre stiamo per raggiungere il giardino, si volta verso di noi e, con una espressione da bambino, dice: sono 70 eh! Poi chiede i nostri nomi che non dimenticherà per tutta la serata.
Che ospitalità calda e genuina sanno apparecchiare i Casadei.
Sulla torta di babà, una favorita del compositore romagnolo, c’è immediata intesa tra Raoul e mio marito che il maestro ha voluto seduto vicino a lui. Li vedo ancora in piedi abbracciati che cantano il Sole nasce a Cesenatico prima di buttarsi sul dolce.
E mentre penso che la vita è buffa e può riservare sorprese dal sapore dolcissimo, introno a me è festa di musica e sorrisi, di strozzapreti, piadina, grigliata e babà.
Raoul così solare, generoso e umano poteva forse nascere in un giorno dell’anno diverso da Ferragosto?
E tu hai mai trascorso un Ferragosto insolito?
Sto scrivendo (ancora) dalla Val Pusteria
Tavolo piccolo e sgabello alto, non molto comoda a dire il vero.
Certe sere sono più gobba di Quasimodo, il campanaro di Notre-Dame inventato da Victor Hugo.
È una newsletter senza ricette ma, se ci pensi, il cibo non manca.
È quello che ho descritto o evocato. In fondo, anche le parole nutrono.
Spero che le mie siano state una piacevole compagnia. In questo caso, parla della mia newsletter e manda il link a qualcuno che ama leggere, cucinare e pensare. Oppure puoi inserirla nella lista delle tue preferite su Substack.
Inviare una newsletter la vigilia di Ferragosto, mi hanno detto, è da pazzi.
E allora, caro intrepido lettore che sei arrivato fin qui, grazie di esistere.
Prima dei saluti, ti lascio tre piatti dall’archivio del blog, ispirati ai tre diversi racconti:
una fresca insalata agostana di more, rucola e altre sapori che ti lascio scoprire cliccando sul link e che si ispira alla semplicità dell’orto e dei frutti di questa stagione;
una lasagna verde per pranzi tradizionali che, come hai letto, si possono consumare anche in contesti inusuali. Quelle che trovi seguendo il link sono profumate e leggere. Si tratta di una sfoglia verde farcita con zucchine cotte fin quasi a disfarle e pesto al basilico al posto della besciamella;
non ricordo una estate senza piadina, grigliata e pomodori gratinati alla Romagnola.
non posso fare a meno di commentare ancora... Moni, i tuoi racconti sono sempre così piacevoli, evocativi di belle immagini.
Mi sono riconosciuta nell'esperienza del Salento, ho visto cose che noi umani del Nord non sappiamo neppure immaginare !!!
Amo "il coraggio" di quei veri e propri traslochi in spiaggia e tutto quel cibo meraviglioso !
Voto 10 !
L'esperienza a sorpresa con Raul Casadei resterà sicuramente un ricordo stupendo !!!
Ti invidio! Invidia buona naturalmente !
Voto 10 e lode
i miei ferragosto da anni sono quasi sempre diversi, unica costante un giro in bici.
La diversità è il pranzo, andando in bici al mattino non sono a casa a cucinare, mi organizzo prima con qualcosa di preparabile in modo veloce.
Quindi non ho tradizioni culinarie per questo giorno e neanche la mia famiglia ne aveva, per tutta l'infanzia e l'adolescenza siamo stati a Miramare di Rimini in un appartamento in affitto e si mangiava quello che mamma trovava in pescheria, oppure secondo l'umore di quel giorno.
L'unica costante che ricordi di Miramare erano i cosiddetti "gavettoni" in spiaggia !!! Che io odiavo tra l'altro !!!
Monica sei autorizzata a ridere se ti va ...
Giuli