Il Banchetto dei 7 pesci. Il menù della Vigilia d'Oltreoceano pensato in chiave italiana da 7 food writers
Il mio giorno perfetto + gli auguri
Oh, è un giorno così perfetto /Sono felice di averlo trascorso con te
Lou Reed, Perfect day
Banchetto dei 7 pesci / Feast of the Seven Fishes
Questa tradizione italo-americana, pur nella sua specificità, ricorda quella italiana del menù di pesce che si prepara in occasione della Vigilia di Natale.
Per la Chiesa cattolica questo è un giorno cosiddetto di magro, durante il quale si deve digiunare o, al massimo, astenersi dal consumo di carne preferendo cibo preparato con ingredienti umili. Ad esempio, a Bologna erano pesci poveri di mare o anguilla e capitone a salvare la liturgia dai peccati della gola. Ma anche tonno e baccalà.
Ogni regione, paese e famiglia celebrava la festività seguendo abitudini alimentari antiche e spartane. E visto che sono nata e cresciuta in una famiglia d’osservanza cattolica, il 24 dicembre era un giorno d’attesa per quanto traboccante di profumi invitanti.
E se il giorno di Natale la grande tavola già apparecchiata avrebbe accolto la famiglia e numerosi parenti, la sera del 24 il pasto era un momento intimo e frugale consumato aspettando la messa di mezzanotte.
Il piatto che mangiavamo più spesso era quello degli spaghetti con il tonno alla Bolognese. Della loro storia e della differenza sostanziale tra quelli americani e questi del territorio ho già scritto in una precedente newsletter a cui ti rimando se vuoi approfondire (Spaghetti alla Bolognese, la vera storia di una ricetta leggendaria).
Dopo il mio matrimonio, la Vigilia è diventata un’occasione per riunire due famiglie e il pasto frugale ha lasciato il posto a un vero e proprio menù a base di pesce.
Sappiamo che ciò che sopravvive oggi della prescrizione, almeno per la maggior parte delle persone, è il tema. Per il resto, nel corso dei decenni, la cena della Vigilia ha assunto le dimensioni di un banchetto, in fondo, simile a quello dei 7 pesci.
E ora che ti ho raccontato di me sono curiosa di sapere qualcosa delle tue abitudini. Tu quali riti osservi, gastronomici e non solo, in occasione del 24 dicembre?
Banchetto dei 7 pesci.
7 ricette regionali di 7 food writers italiane
Quando Enrica Monzani ha scritto proponendomi di partecipare alla creazione di un menù in chiave italiana per il Banchetto dei 7 pesci ho aderito con entusiasmo.
Anche se fino alla scorsa estate non conoscevo questa tradizione che ho scoperto leggendo Taste, di Stanley Tucci.
Nelle pagine dedicate alle feste di Natale, l’autore scrive (la traduzione è mia):
Come famiglia cattolica italiana, anche se molto poco praticante, la vigilia di Natale mangiavamo solo pesce. Il cibo fatto in casa con ricette tramandate da molte generazioni era il nostro piatto quotidiano, ma durante il Natale questa pratica veniva elevata a livelli culinari ancora più tradizionali.
In alcune famiglie questo pasto è chiamato Banchetto dei Sette Pesci, ma nessuno sa bene perché siano sette, tranne che questo è il numero più usato nella Bibbia.
In ogni caso, a casa mia, quando ero bambino, la vigilia di Natale si servivano almeno (corsivo nel testo originale) sette tipi di pesce.
Prima di lasciare la parola a Enrica per la presentazione del progetto, devi sapere che le ricette hanno una chiara e specifica provenienza regionale (Piemonte/Veneto, Liguria, Emilia-Romagna, Toscana, Abruzzo, Sicilia). E che ognuno dei 7 piatti rappresenta il contributo di altrettante food writers italiane legate al racconto gastronomico dei loro territori.
Ora lascio la parola a Enrica per presentarti il progetto:
Ho pensato che sarebbe stato divertente preparare un menù della Vigilia come lo fanno i nostri fratelli americani ma utilizzando ricette nostrane.
Un menù di ritorno, diciamo.
Così ho coinvolto sei amiche e colleghe originarie di diverse Regioni italiane e ad ognuna ho chiesto di propormi una rosa di piatti a base di pesce della loro terra per la Viglia di Natale.
Ci siamo confrontate, perché mettere insieme una cena armonica a base di sette portate di pesce non è la cosa più facile del mondo, e alla fine abbiamo varato il menù che trovi qui allegato. È composto da tre antipasti, un primo e tre secondi.
Questo è il menù, quello in italiano è sulla destra:
Ecco i nomi delle colleghe e i titoli delle ricette:
Enrica Monzani, Liguria, autrice qui su Substack diLiguria in cucina con il Brandacujun
Giulia Scarpaleggia, Toscana, autrice qui su Substack di
con il Pesce all’IsolanaDomenica Marchetti, Abruzzo, autrice qui su Substack di
con i Calamari in umido di GabriellaCarlotta Panza, Piemonte, autrice qui su Substack di
con la Bagna CaudaFabrizia Lanza, Sicilia, @fabrizialanza su IG con l’Impanata di Pesce Spada
Valentina Raffaelli, Trentino, @valentina.raffaelli su IG con Polenta e Renga
Infine la sottoscritta, Monica Campagnoli, Emilia-Romagna. Ho presentato la ricetta degli Spaghetti alla Bolognese nella versione registrata presso la Camera di Commercio di Bologna (in rosso con la base del friggione: cipolla e pomodoro).
Questo è un regalo per te: non 1 ma 7 ricette (accompagnate da una breve introduzione storica del piatto e delle autrici).
Clicca sulla graffetta per scaricare il file!
E se ti va, lascia un commento per dirmi cosa ne pensi e se conoscevi già tutte queste tradizioni regionali. Spero che una o più di queste ricette verranno a tavola con te.
Promemoria dei prossimi appuntamenti festivi con Fritto Misto
Giovedì 28 dicembre, L’anno che verrà
Mercoledì 3 gennaio 2024, Le luverie dell’Epiphaneia
Il mio giorno perfetto
Il racconto del mio giorno perfetto non tratta di un grande avvenimento.
Non troverai colpi di scena, misteri iniziali o finali drammatici.
È semplicemente una storia, la mia. Ed è la storia più italiana che conosca visto che tratta di un pranzo di famiglia. Probabilmente è una storia in tutto e per tutto uguale alla tua.
Ma prima di sederci a tavola lascia che metta in chiaro una cosa.
Il dizionario della lingua italiana definisce il termine perfetto come qualcosa di immune da difetti, errori, lacune, mancanze. Non so tu, io di cose o persone perfette non ne ho mai incontrate. E se è successo dovevano essere molto noiose visto che le ho dimenticate.
Ma se prendi la definizione filosofica della stessa parola ecco che si aprono nuove prospettive e perfetto è ciò che è completo poiché contiene tutte le parti necessarie.
In questo senso perfetto non significa senza difetti ma piuttosto che anche le imperfezioni hanno contribuito a renderlo tale. Nel mio caso, un giorno perfetto.
Adesso possiamo andare a tavola.
Il pianeta di Natale è un luogo a sé. È facile smarrirsi nella nostalgia di una infanzia felice, anche se forse non è stata tale. Ma i ricordi, si sa, sono il frutto della selezione che noi decidiamo di fare. E così la memoria si colora di rosa e i ricordi lievitano come il miglior impasto di pane, come un sogno a occhi aperti.
Il mio giorno perfetto è un continuum tra Vigilia e giorno di Natale.
È un intervallo lungo che scorre veloce.
Di quei tempi ricordo le stagioni che ancora danzano felici sulla tavola e le azdore di casa che rendono il massimo onore agli ingredienti preparando quei piatti della tradizione la cui conoscenza si tramanda per via femminile, una generazione dopo l’altra.
Sento il profumo delle pietanze, la penetrante pervasività degli affetti familiari, il gusto di stare insieme, vedo i volti di coloro che alzano i calici abbracciando con uno sguardo d’affetto la tavola e i suoi abitanti. Per un breve fuggevole momento, siamo un microcosmo, un’isola felice.
Il mio giorno perfetto è il pranzo di Natale che inizia la mattina della Vigilia e finisce con la cena della sera di Natale.
Il 24, di prima mattina, entro in una cucina già affollata di donne indaffarate.
Il caldo umido e profumato della pentola del brodo crea una condensa che, come la nebbia, si potrebbe tagliare col coltello, per usare un’espressione familiare a chi è cresciuto in pianura padana. La finestra è socchiusa con la speranza di rinfrescare l’aria senza far entrare il rigore dell’inverno.
La mattina di Natale sembra una replica del giorno precedente. A creare il curioso déjà vu sono sempre le stesse donne indaffarate e la pentola del brodo, in realtà ha riposato tutta la notte prima della pulizia, che dalla sua postazione ancora borbotta e appanna i vetri.
Il mio giorno perfetto è affollato in ogni sua fase. In cucina come ti ho appena detto.
E poi c’è la tavola lunga con le prolunghe che usiamo solo per Natale.
Passo in rassegna i cartoncini con i nomi, sempre gli stessi, e posizionati sempre nello stesso posto. E quando il campanello inizia a cantare e le persone a entrare mi pare che la stanza si faccia piccina per farci stare più vicini.
Dal tavolo al camino, i grandi per riposare e i piccoli per aprire i doni.
Anche la passeggiata del tardo pomeriggio non ammette divisioni e la squadra parte e torna in formazione compatta.
Il giorno perfetto è quasi alla fine quando, dopo avere tutti dichiarato che nessuno cenerà, siamo di nuovo tutti a tavola con davanti una fondina di tortellini in brodo, pronti a scoprire che un po’ di arrosto perché no e l’insalata russa è finita?
Ma si dai non avrai paura di una fettina di dolce. Il cesto dei mandarini e delle noci è accolto da uno scoppio di risa, io non capisco la ragione ma è bello chiudere il ricordo del mio giorno perfetto con una risata che raccoglie tutti.
Buon Natale, Monica
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Grazie di cuore dalla tua cuoca scrittrice
Giulio da piccolo amava cucinare con me, era molto orgoglioso di mangiare e far mangiare ai genitori quello che avevamo prodotto insieme.
Poi è cresciuto e i suoi interessi sono cambiati indirizzandosi verso il disegno, fumetti con personaggi inventati da lui, manga .
Crescendo ancora si è orientato di più sullo sport, basket e l'elettronica.
Mettici anche che io avendo cambiato lavoro che è diventato a tempo pieno le occasioni di passare del tempo insieme si sono ridotte al lumicino.
E' giusto così, ha 15 anni, un mondo che si apre davanti a lui, gli amici, gli hobby, gli studi, la nonna Giuli con una piccola lacrimuccia tenuta rigorosamente nascosta si è fatta da parte da tempo .
Moni !!!! come influenza una volta al mese... non va bene per niente, sei già uno scricciolo, vuoi finire in niente ? (come diceva mia nonna)
Forza ! che consigli darti ? li avrai provati tutti : propoli, integratori vari
Suggerimento antico fatti un bel zabaione di uova sane con un bel cucchiaio di zucchero e uno di marsala, almeno il buonumore te lo regalerà .
Ti abbraccio
Giuli
Monica !!! Complice l'influenza e quindi calma e tempo ti ho letto con la dovuta attenzione.
Ogni tua newsletter è una chicca, un godimento. Le notizie che trovi per noi ,il menù dei 7 pesci, mai sentito !
Il racconto del giorno perfetto, mentre lo leggevo sentivo Lou Reed che sussurrava il suo Perfect day.
Insomma, sei bravissima, in poche righe fai delle magie .
Grazie con un abbraccio
Giuli