Fritto Misto
Fritto misto, la newsletter di stagione
Inverno: Galaverna

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Inverno.
Galaverna /gala'vɛrna/ s. f. [etimo incerto], region. - [fenomeno atmosferico di trasformazione della rugiada e del vapor acqueo in cristalli di ghiaccio] ≈ brina, (region.) burda, (region.) guazza.
(Fonte: Dizionario Treccani)
Ti ricordi quando gli alberi, i cespugli e i prati che ben conoscevi, all’improvviso, diventavano magici?
Quando ero piccola questa trasformazione avveniva quasi ogni notte.
Il mattino successivo tutto era bianco candido, silenzio e, certo, freddo.
La galaverna veste a festa ogni foglia, ago di pino, ramo, filo d’erba.
È un abito da sera fatto di seta di ghiaccio.
Al mattino uscivo di casa con la cartella stretta nella mano guantata.
Aspettando il pulmino giallo che mi avrebbbe portata a scuola, fantasticavo di fate, gnomi e altre creature magiche e minuscole.
Ancora oggi lo spettacolo della galaverna mi emoziona e sorprende.
L'Inverno è la mia stagione preferita.
La tavola d'inverno.
L’inverno è la mia stagione.
Solido e silenzioso, obbliga ad andare oltre le apparenze.
Il clima invernale richiede sostanza.
Per stare al caldo servono maglioni, sciarpa e guanti.
Per nutrirci abbiamo bisogno di piatti caldi come minestre, zuppe e vellutate.
La maggior parte di queste ricette hanno origine contadina.
Si preparano con ingredienti semplici, che abbiamo quasi sempre in dispensa, economici e di stagione.
Nelle minestre c’è sempre pasta o riso.
Nelle zuppe il pane. Il termine zuppa deriva infatti dall’arcaico suppa che indicava, appunto, la presenza di pane inzuppato.
E le vellutate? Prendono il nome dalla loro consistenza liscia e vellutata.


Cosa ne pensi?
Come sempre, se ti fa piacere, puoi scrivermi per un saluto o una domanda (QUI).
Oppure per dirmi cosa pensi della newsletter, siamo arrivati al terzo numero!
Se finora ti è piaciuta e conosci qualcuno interessato, passaparola.
Grazie di cuore dalla tua cuoca scrittrice, Monica

Sul blog ho pubblicato molte ricette dedicate a minestre, zuppe e vellutate.
Alcune delle mie preferite sono:
Zuppa Imperiale, una minestra tipica di Bologna
Vellutata cremosa di topinambur con briciole croccanti di cipolla
Pancotto, o zuppa di pane, alla Romagnola (e a modo mio)
Ho anche scritto una guida al brodo vegetale per abbinare sapori che valorizzino quello che deve cuocere nella pentola.
Buona cucina
Vellutata di lenticchie e carote
Per rendere più saporita questa semplice ricetta ti consiglio di usare un mazzetto aromatico.
Il mazzetto si prepara con erbe aromatiche tenute insieme dallo spago da cucina così, una volta terminata la cottura, è più facile eliminarle.
Se usi della garza sterile, puoi fare un pacchettino nel quale aggiungere anche chiodi di garofano, bacche di ginepro o una stecca di cannella senza timore di rischiare i denti.
Per questa vellutata, ti consiglio il profumo di rosmarino e salvia.
Ricetta per 4 persone
Ingredienti
140 g lenticchie verdi
2 carote
1 patata grande
1 l di brodo vegetale
un paio di scalogni
un rametto di rosmarino e qualche foglia di salvia
olio d’oliva, burro e sale q.b.
Segui le istruzioni di ammollo per le lenticchie.
Lava le verdure e le aromatiche, sciacqua le lenticchie, elimina la buccia della patata. Taglia grossolanamente carote e patata.
Lega con spago da cucina rosmarino e foglie di salvia formando il mazzetto aromatico.
Taglia finemente gli scalogni e mettili in una casseruola con le aromatiche legate, poco olio e burro. Soffriggi dolcemente per alcuni minuti.
Aggiungi anche le altre verdure, mescola e unisci metà brodo.
Sala e porta a bollore prima di abbassare il fornello.
Cuoci su fiamma medio bassa fino a quando le verdure saranno morbide. Togli il tegame dal fornello. Elimina il mazzetto e riduci a una crema liscia con il frullatore a immersione.
Unisci quel che resta del brodo, riporta il tegame sul fornello e, su fiamma dolce, cuoci per una decina di minuti.
Servi la vellutata con Parmigiano grattugiato a parte.

L'essenza di una stagione.
Mi piace l’inverno per il suo essere il contrario dell’apparenza.
È una stagione che non si mette in mostra.
Per apprezzare l’inverno è necessario andare oltre e aguzzare la vista per cogliere ciò che conta.
Non è la stagione in cui tutto muore.
Al contrario, è la stagione che prepara la rinascita. Sotto i piedi la terra è grigia e crepata ma è proprio sotto quello strato duro, spesso e ghiacciato, che la natura riposa in attesa di rinascere.
Ho sempre pensato all’inverno come a una persona di poche parole, a un generale che pianifica l’arrivo, a volte a prescindere dall’equinozio, e che porta il freddo ma non per questo è senza cuore.
Sono i dettagli che rivelano la sua vera natura, facci caso.
Nell’angolo più remoto del giardino, presta attenzione ai doni preziosi e inaspettati: bucaneve, ciclamini, erica, tulipani.
Quest’anno, complice un clima più mite, ho trovato persino delle margherite un po’ infreddolite dalla galaverna del mattino.
L’inverno è sostanza, sembrano dire anche i piatti tipici del periodo.
È questo il momento delle cotture lunghe e del forno acceso; del cibo sostanzioso e confortevole.
Minestrone di orzo al cavolo nero

Ricetta per 4 persone
Ingredienti
160 g di orzo perlato
2 patate a pasta gialla
1/2 porro
2 carote
½ cavolfiore
4 foglie grandi di cavolo nero
1,5 l di brodo vegetale
olio d’oliva e sale q.b.
Procedimento
Lava e taglia finemente tutte le verdure tenendole separate.
Del cavolo nero elimina la parte più dura della costa centrale e taglia a listarelle le foglie.
Sciacqua l’orzo sotto acqua corrente.
In una pentola versa poco olio d’oliva e tosta l’orzo con il porro per pochi minuti -a fiamma media e mescolando- prima di aggiungere brodo, patate, carote e cavolfiore. Sala come se fosse l’acqua della pasta.
Porta a bollore, abbassa la fiamma, cuoci per altri 5 minuti e poi aggiungi carote e cavolfiore. Cuoci ancora qualche minuto, unisci anche il cavolo nero.
Dopo 20 minuti di cottura a fiamma media, spegni.
Assaggia e, se necessario. aggiusta di sale.
Servi in ciotole individuali con olio d’oliva.


Zuppa gallurese (a modo mio)
Da qualche tempo uso spesso il pane carasau per preparare gustose lasagne.
La ricetta, pratica e con tempi di cottura molto contenuti, ha origine dall’antica usanza gallurese di riciclare il pane secco facendolo rinvenire nel brodo.
Ecco spiegato il nome di zuppa (gallurese) anche se ha l'aspetto di una lasagna. Puoi usare pane vecchio oppure del carasau.
Ricetta per 4 persone
teglia rettangolare 20x30 cm
Ingredienti
250 g di pane carasau
1 l di brodo vegetale o di carne, oppure acqua
150 g di Parmigiano reggiano o di Pecorino grattugiato
origano secco q.b.
olio d’oliva q.b.
Componi uno strato di pane carasau, bagna con il brodo, un filo di olio d’oliva, una spolverata d’origano e cospargi di Parmigiano.
Componi altri strati identici fino a esaurimento degli ingredienti.
Infine, bagna con il brodo anche l’ultimo strato poi spolvera con abbondante Parmigiano.
Cuoci in forno già caldo, non ventilato, a 180 gradi per 20 minuti.
A metà cottura versa sulla lasagna un paio di mestoli di brodo.
Verso fine cottura aziona il grill per fare la crosticina.
Saluti
Spero che la newsletter dedicata all'Inverno, ti sia piaciuta.
Una stagione lunga, che è appena iniziata. Per spezzarla, in attesa della primavera, ho pensato di inviarti una newsletter con qualche ricetta scalda cuore. Diciamo a metà febbraio, ok?
Come incoraggiamento e sostegno al mio lavoro parla del blog e della newsletter con persone che amano leggere e cucinare.
Grazie, Monica
